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indugio un tale vantaggio? I più altro non fanno che numerare i passi spesi fino a quell’ora, e ne prendono sconforto; o se mirano pur in faccia quell’Euridice che hanno tra mano, e fu l’oggetto della loro discesa all’Averno, tuttochè divenuti pur possessori di essa, si trovano tanto nudi da portare invidia ad ogni altra sorte. Non ciò che avete fatto, ma ciò che a far vi rimane abbia i primi vostri pensieri; grida la ragione: ma i poveri Orfei dissennati non le danno retta, ed Euridice è loro tolta per sempre.

Vi sembra di aver fatto oltre il debito vostro per potervi adagiare, e godervi in pace la mercede della vostra fatica, quando la misura del vostro sudore, non ch’essere colma, appena appena è giunta a riempiersi per metà. Oh vi credete che a toccare il sommo dell’eccellenza nell’arte cui professate vi debba bastare lo studio che ci avete posto? E perchè gli applausi non vi succedono quali il cuor vostro, gonfio di ambizione, v’imprometteva fino dalle prime mosse, ficcate un paio d’occhi arrabbiati in volto alla bella larva che vi veniva compagna? Bene sta; essa non vi sembra più quella, vi sfugge dai fianchi, dileguasi miseramente per l’aria. Ora fate soli il cammino che vi rimane. Non eravate giunti a tale da poter vederne la fronte, ma sapevate che ne veniva con voi, e precorrendo col guardo al cangiare dei passi, potevate adagiarvi in fantasia tra quell’ombre pacifiche di ulivi e di lauri ov’era il vostro riposo. Bene sta. E la for-