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to e il fiorito, li abbiamo tutti alla mano d’una maniera. Fate che quell’uomo, da cui non sapete cavare due parole in altri argomenti, vi parli dell’oltraggio ch’ebbe a patire, e del risarcimento che ne vuol trarre, e senza cui non sembragli di poter vivere: udrete nuova abbondanza di frasi e facilità di discorso. Chi non crederà aver ragione Flamminio di metter l’occhio a quella possessione? Purchè il lasciate dire, non ci fu diritto più antico e più incontrastabile: non potrebbe succedere senza palese oltraggio della giustizia che non ricadesse in lui quel dominio.

Or bene: le vostre parole furono tante e sì acconcie, che le indomabili divinità dell’Abisso acconsentono che vi sia data Euridice, a patto però che tiriate innanzi per la vostra strada, e non badiate a guardarvi alle spalle. Già l’avete a mano la donna desiderata, e la traete voi stessi dalle tenebre morte a respirare dell’aria di questo mondo. Che vuol dir ciò? Che quando abbiamo una meta, cui ci sta a cuore di toccare, egli è da tener sempre la mira rivolta a quella parte per cui siamo incamminati, senza mai dare passo addietro, checchè si pensi o si imprenda da noi. A che pro il girarsi a guardare sul cammino che abbiamo di già fatto? Fosse almeno per trarne consigli per quello che ci rimane! Ma quanti sono che, arrestandosi a mezza via per guardare donde ei sono venuti, il facciano con questa intenzione, o traggano dal loro