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vino incamminati. Quando Colombo diceva a sè stesso: trovar nuovo mondo o affogare; non diceva egli il somigliante che Cesare? E l’essere primo a metter piede in America non era al navigatore lo stesso, che al comandante d’eserciti il cacciarsi sotto la dignità del senato, e la potenza del popolo tutta quanta?

Ma in quello che Cesare preferiva la supremazia nella capanna alla soggezione, tuttochè a solo un altro, nella capitale, contendeva ad ascendere alla cima suprema del dittatorato; e Colombo coll’animo apparecchiato ad affogare anzichè rimanersi contento ai confini del mondo antico, spingevasi più sempre innanzi verso il novello, non punto sbigottito dalle minacce dell’incognito e discreduto cammino o frastornato dalla pigrizia delle corti a prestargli mano. Con che voglio dire: essere altro il mirare al meglio, non lasciando di operare quel bene che può ad esso meglio condurre; altro contentarsi di starsene specolando, senza che la specolazione torni mai profittevole all’atto, anzi con fare ch’essa lo allontani e ritardi. A quella stessa guisa che stimo meritevoli di grande censura coloro che per badare al meglio non operano il bene, credo sia obbligo proprio di tutti gli uomini, operando il bene, di tener sempre al meglio rivolto il pensiero, e non mai concedere al desiderio di riposare.

Quanto abbiamo detto sinora degli inetti amatori del meglio, mi pare che possa trovarsi as-