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dino Carlo Gozzi derivò dalle leggiadre tradizioni orientali; vogliam dire la fiaba della Turandotte, che non puossi più omai dire volgare, dacchè ottenne l’onore che Federico Schiller la offerisse tradotta a tutta Allemagna. Qui ancora l’Atalanta dei regni dell’Aurora non si darà sposa a chi prima non sciolga tre indovinelli da essa proposti. E di già molte sono le teste degli incauti che, venuti alla prova, pagarono niente meno che della vita un culto troppo cieco alla bellezza. Che monta però questo misero trionfo? Egli viene pure l’Ippomene della Sfinge orientale, e i tre enigmi sono sciolti, e i lampi riverberati sulla mente dell’ingegnosa regina dall’amante straniero, fanno su di essa quel tanto, che i pomi d’oro avevano fatto sull’animo della giovinetta del monte Partenio.

Sia oro, sia ingegno, i propositi che si formano condizionatamente, rimangono o presto o tardi interrotti. Atalanta e Turandotte, più assai che per le donne, potete farvi esempio pegli uomini: son per essi che vengono più spesso lanciati i pomi d’oro, e proposti gl’indovinelli. L’uomo che ha il se ed il ma in coda di ogni sua proposizione non mi avrà mai per amico; io che non credo poter venir a concorrenza d’indovinelli, e molto meno di pomi d’oro.