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è molte volte ingratissimo cogli autori, facendo di loro pochissimo o nessun caso, quando anche ritragga dall’opere loro istruzione e diletto. L’altro sembrava non rimanersi contento alla lode d’ipotesi ingegnosa accordata alla sua spiegazione. E qui cominciava fra i due compagni un dialogo molto vivo, quando improvvisamente sembrò che quei Coribanti dessero fiato alle loro trombe e battessero i loro timpani. Ed erano i suonatori dell’orchestra, che davano principio alla sinfonia. Il sipario indi a poco cominciò ad oscillare, e quindi fu interamente levato. Sinfonia, introduzione e ogni altra parte dell’opera giustificarono l’interpretazione data dal primo dei due compagni alla pittura, perchè infatti il fracasso era tanto da potersi appena udire il corno di Astolfo, chi l’avesse in quel mezzo suonato. E gli spettatori in gran parte affezionati, non so se al maestro, o ai cantanti, o al loro denaro, battevano disperatamente le mani. Era in somma una vera festa di Coribanti. Di fianco ai due amici un poveretto arrivò a grandissimo stento ad occupare uno scanno, su cui potè riposarsi dalla guerra durata una buona mezz’ora coi gombiti della moltitudine spettatrice. Mettendo gli occhi su quel poveretto, si accorsero essere il celebre N... che dopo aver in giovinezza fatto lieto il teatro delle sue produzioni, non aveva in vecchiaia il tanto occorrente a comperarsi un palchetto ove starsene segregato a godere dello spettacolo. L’altro compagno non ne volle