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stropiccia le mani, ma non sbadiglia. Vedete però singolarità! egli ride pochissimo. Come, direte, dacchè ha trovato l’elisir del piacere non ride? Bisogna conchiudere che il riso contenga quelle parti del piacere che nel distillarne la quintessenza svaporano.


GENEROSITÀ SINGOLARE

OSSIA

LA SPECOLA D’UN CIECO


Traversando, giorni sono, una strada a poche miglia dalla laguna, vidi una fabbrichetta condotta con qualche gusto, e sormontata da alcun che di somigliante ad un pulpito, cui si ascendeva per una scala; ed udii quella essere una specie di specola che il padrone vi avea fatto fare di suo capriccio. — Sarà molto amico questo signore, soggiunsi, delle belle viste. — Se molto o poco, mi fu risposto, non saprei dirlo con certezza; so bene che il padrone di quella casa ha la disgrazia di essere cieco. — Cieco, ripresi, e fabbrica specole a sommo il tetto che sembrano campanili? — Chi mi aveva risposto si strinse nelle spalle, e senza curarsi di giustificare il gusto bizzarro di quel signore, si contentò di raccontarmi che non solo in quel silo, ma in ogni altro ov’egli possedeva alcuna casa vedevasi sempre quella medesima stravaganza.

Mi posi allora a pensare: strano egli è veramente il gusto di un cieco che fabbrica speco-