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dei sensi, le impressioni sensibili rimangono per guisa modificate nel laboratorio interiore, da potersi questo paragonare alla terra nell’accogliere ch’essa fa i germi minuti di tutte le piante, allargandoli e sviluppandoli poscia in tanta e sì ampia ricchezza di vegetazione.

Così degli oggetti materiali come delle cognizioni che acquistiamo per via degli studii. Qual differenza dal leggere una storia a diciott’anni, e leggerla a trenta! I fatti che ci tocca di leggere al nostro primo tempo si stampano nella nostra memoria, circondati di non so quale aureola che ce li fa sembrare maravigliosi, e assai minima cosa sono nel nostro concetto le segrete mene della politica, paragonate alle palesi lotte dei popoli sul campo di battaglia. Forse è questo il motivo per cui, nell’educazione de’ giovani, alle storie dell’età moderne, vengono anteposte le antiche.

Ma rimarranno immutabili, dissi fra me, il cielo almeno ed il mare; e parevami che, levando l’occhio all’azzurro coperchio del mondo, o girandolo allo strato azzurro onde il mondo è fasciato, avessi a scontrarmi, senza più, nelle sensazioni da me provate negli anni della mia fanciullezza. Io lo aveva ritratto nell’anima quel cielo al quale ho tante volte mirato con una curiosità malinconica, prima che l’infelice esperienza della vita mi avesse insegnato a cercare in esso emblemi e conforti alle mie passioni, e fossi venuto a colloquio con quelli. E il mare? Come