Pagina:Prose e poesie (Carrer).djvu/332

324

Certo che per alcune persone intirizzite è buono a qualche cosa; intiepidire loro le membra sarebbe nulla, bisogna scottarle chi voglia che si risentano.

Entrando in una stanza, quando ci sia qualcheduno de’ termometri fin qui ricordati, non mi bisogna guardarmi all’intorno per sapere in qual genere di atmosfera io mi trovi. Il contegno della persona, le inflessioni della voce, il modo più o meno libero di girare il capo, di alzare un braccio, mi avverte a puntino, prima ancora che la conversazione sia incominciata, su qual argomento essa sarà per cadere, e di qual tenore saranno le proposte e le risposte. Oh la scienza importante quella di saper leggere in siffatti termometri! Sono tutti segnati d’impercettibili linee dalla fronte al calcagno: ogni grinza della pelle, ogni tenue giuntura del loro corpo hanno il loro significato. Se mi si accennerà con sola una stretta di ciglia, saprò di aver a lato qualche gran personaggio cui il termometro mi avvertirà che io non sono in troppo grande considerazione. Se il saluto mi vien pieno, col riso di tutta la faccia, e anche con un poco di abbassamento del capo posso dire che spira buon vento, che non ci sono all’intorno vapori sovrabbondanti.

Molti ho sentito montare in furia con persone alle quali sarebbesi convenuto il nome di termometri. Quella furia, mi si permetta, era ingiusta. Ci hanno uomini creati da natura a