Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
305 |
La famigliuola, — ed erano cinque, due ragazzi e tre figlie — le veniva compagna fino alla spiaggia, se le aggruppava dintorno malinconica e silenziosa: ma poi, non cessando la vedova di rammaricarsi e di guardare ora il cielo, ora l’acque, dove aveva perduto e dove sperava trovare il marito, si spartivano a raccogliere conchiglie di sotto la sabbia, o a razzolare fra gli sfasciumi della nave abbandonati sul lido a imputridire, o ad essere rimescolati dalla marea.
Alessandro era il minore de’ figli, contava appena tre anni, nato dopo che la nave aveva fatto vela, non aveva veduto il padre suo e non era stato veduto da esso. E la madre industriavasi a vestirlo del suo meglio, a ravviargli le nere ciocche de’ capelli, e mettergli in capo un berrettino nuovo ed orlato molto graziosamente, quando credeva che il marito suo dovesse tornare: Oh come gli parrà bello Alessandro! Il più piccolo e il più bello de’ suoi figli!
E Alessandro, che non erasi punto addomesticato coll’idea della morte, aveva interrogato alcuna volta la madre sua di maniera da strapparle le viscere: Davvero che il papà non si farà più vedere? E tu pure non lo vedrai più, mamma, egli che ti volea tanto bene, e tanto ne voleva a noi tutti, e a me cui mandava di lontano tanti saluti? E poichè vedeva la madre piangere dirottissimamente e non potergli rispondere, erasi finalmente adattato a tacere, e mordevasi le labbra ogni volta che inavvertitamente