Pagina:Prose e poesie (Carrer).djvu/31


23

vie, guardando a dritta e a sinistra e avanti e indietro, non con due ma con sei e con dieci occhi, chi va e dove va, piuttosto qui che costì, la mattina anzichè la sera col tabarro sugli occhi e no a faccia scoperta, zufolando non so qual ritornello in cambio di starsene a bocca chiusa. Guai se a coloro è accaduto di dar nel segno solo una volta! Guai se ascoltano dirsi dalla curiosa brigata che li circonda: l’avete proprio indovinata! La era propriamente così, come voi ce l’avete detta! Il Tiresia del caffè, della piazza, del ridotto, della conversazione, ha colto Pallade alla fonte; ebbro di aver potuto sguardare dove l’occhio degli altri uomini non arriva, non vi pensate che giunga a veder più le cose pel loro verso in tutta sua vita. Quando anche trattisi dei fatti più conosciuti, delle verità più evidenti, egli deve saperne un dito più su degli altri tutti, accennare a qualche recondita circostanza, egli che ha veduto Pallade alla fonte. Che Licinio avesse appiccato una tresca con Dorotea a chi non è noto? Ma l’indovino, che cammina tentoni pel buio, deve trovare nella propria cechità qualche cosa di più, deve anche sapere dell’acquetta apparecchiata da Licinio al marito di Dorotea. Ella è ribalda menzogna, ma all’indovino dagli occhi chiusi conviene spacciarla per quinto vangelo. Sicchè, a dirla schietta, chi è quegli il quale abbia a lodarsi di Tiresia e delle sue profezie? Lo scellerato palese, il ribaldo che ha la fronte bollata, perchè dove gli altri