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tà, e da me chiamato per Leonardo, accostare alla riva un barchetto e guidarmi al luogo appostato.

— Siete avventurosi in amore voi altri Francesi!

In questo la faccia di Alfonso si rannuvolò notabilissimamente; e Filippo ebbe luogo ad accorgersi della impressione più sempre crescente che fatta avevano le sue parole sull’animo dell’amico.

— Qui non c’è luogo a rivalità nazionale, m’immagino; proruppe gaiamente il francese. Lo spagnuolo rispose con un sorriso, che molto avea del forzato, e in cui l’amaro grandemente sovrabbondava. Poi disse: nonchè avventurosi, sono però molto facili que’ della vostra nazione, e poca differenza ci fate da fiore a fiore, purchè non siano di quelli che portano spine.

— E ti par poco l’andarne all’insaputa del chi e del come, a discrezione di un uomo che non ho mai veduto, e che tanto potrebbe essermi nemico o rivale, quanto non aver nome Leonardo?

— È vero, potrebbe avere altro nome.

— E della giovane che ne so io, se non che ella sorride per tal modo da credere che non possa avervi tristezza per chi la vede in quell’atto? Un sorriso, amico mio, che può solo di quanto cade sotto occhio umano far dimenticare il resto di quella sua maravigliosa bellezza. Un sorriso... Dobbiamo girar canto, che mi crolli pel braccio?