to singolare, e la voglia di non perder punto di quanto avveniva, erano divenuti taciti tutti, e possiam dire quasi senza respiro. Talchè il sì di Felicita, quantunque fievole e pronunziato colla faccia rivolta all’altare, fu anch’esso udito da buona parte delle persone. Quelli che se ne stavano fuori della porta, e che non potevano intender bene come andasse la cosa, ma che tuttavia non udivano nulla di ciò ch’era solito di accadere in tali feste, non volevano prestar fede a coloro che, più opportunamente allogati, parte guardavano e parte riferivano; e se ne credevano burlati. E l’abadessa? E le monache? E quelli che se ne stavano pronti col bacino, le forbici e l’abito religioso? Ma voi domandate altro che ciò! E Leonardo? Leonardo al primo sorgere del prelato con faccia onestamente severa, rivestito di tutto lo splendore della sua dignità, e più ancora del grande concetto in cui era d’uomo pio e reverendo, si sentì mancar l’animo, come udisse un muto rimprovero alla sua disapprovazione. Dirò quasi che gli parve di averne assai meno di quello si meritava quando udi quella voce ferma ed augusta di Policarpo non altro pronunziar che Saverio. A mano a mano che le brevi interrogazioni e le risposte brevissime si andavano succedendo, il vecchio gentiluomo prendeva fiato, se gli snodava la lingua, avrebbe potuto parlare; ma che dire a quel prelato, in quel luogo? Non che pronunziare parola, nè manco arrischiavasi di levar gli occhi all’oro della mi-