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Mi sia conceduto d’esporre una opinione. Perchè credete che la musica operi con maggiore efficacia sugli animi nostri che non fanno eloquenza e poesia, ed estenda il proprio dominio sopra un maggior numero di persone, dal più dotto contrappuntista al più zotico artigianello? Non per altro, se non piglio errore, che per essere i suoni, da essa impiegati ad esprimere tanti diversissimi pensieri od affetti, sì vaghi ed indeterminati, che ogni uomo senza fatica, o studio di sorte, e senza prestare attenzione più che tanto, può riferirli alle proprie bisogna, di qualunque specie esse sieno. Il che non può dirsi per verità della poesia e della eloquenza, che raccolgono i pensieri sopra quel dato soggetto particolare, e costringono a così dire l’immaginazione ed il sentimento. Ora in que’ nomi, di sì frequente ricordazione nei sacri canti, figuratevi quegli oggetti che v’entrano più volentieri nell’anima, e vedrete che nuova vena di affetto sgorgherà da quel libro che prima potè sembrarvi insipido e pressochè alla vostra intelligenza straniero. Nessun’altra poesia, non vi spiaccia s’io lo ripeto, nessun’altra poesia è meglio uniforme alla tempera universale di tutte le anime. E per verità, se parliamo di Babilonia e di prigionia, mettiamo tutti una mano sul cuore. A chi non batte di desiderio? Chi di noi si riposa nel godimento, o non piuttosto s’affanna dietro le larve della speranza? Quanti non hanno veduto cogli occhi proprii il tempio e l’altare