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Nella poesia ebraica trovi espressi i bisogni d’una intera nazione, non mai quelli d’un semplice cittadino, ovvero il voto del semplice cittadino è diffusivo su tutti i capi della nazione. Fa d’uopo confessare che il fondamento di questa poesia è malinconico, che sembra inspirata dal desiderio, anzichè dal contentamento. Per questa ragione, oltre a quelle che io verrò a mano a mano adducendo, si lega a preferenza d’ogni altra alle poesie de’ moderni. Quand’anche una vittoria, una festa nazionale, o qualsivoglia altro argomento di simil fatta, fornisca il soggetto delle canzoni giudaiche, non è l’allegrezza senza una qualche mistione di dolore. La storia della nazione, come accennerò quindi a poco, era opportuna quant’altra mai a questa specie di sentimenti. Non si creda però d’inferirne che le sacre poesie pecchino di monotonia. O s’intende di quella monotonia che assai facilmente si scambia per quella che i retori chiamano uniformità, e qual è l’opera che ne possa far senza? e quando le parti non corrano tutte ad un fine, o almeno in questa comune tendenza non siano concordi, qual buono effetto se ne può sperare? ma, taciuta questa, quanta varietà nei libri santi e nei salmi, poichè a questi particolarmente il mio discorso si riferisce! Che vivo ed efficace contrasto tra la speranza e il timore, tra la collera e la pietà divina! Quante promesse e quante minacce! Quali memorie e quai vaticinii! Il linguaggio arcano dei presagii come ben si fram-