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va preso congedo molti anni prima; dell’amicizia erasi fatto un concetto religioso, considerando anche questo sentimento non più che come legame da sciogliere quando che fosse; la gloria aveva cessato di allettarlo a comporre, e se continuava in qualche esercizii di studii, intendeva con ciò di riempere alcun breve quarticello d’ora disoccupato, farsi con quella onesta ricreazione più tollerante dei dolori assegnatigli dalla Provvidenza, e, per quanto poteva, edificare coi frutti del proprio ingegno il suo prossimo. Non mi arresterò a dichiarare più largamente i costumi e le opinioni del Pezzoli, parendomi che il lettore se ne possa a quest’ora avere di già formato un conveniente concetto.

Dirò due parole della sua persona. Fu di mezzana statura, e di membra bene fra loro proporzionate; in generale piuttosto gracile che altrimenti; alta e spaziosa la fronte, vivi gli occhi, non molto grandi, e la bocca arguta e graziosa; fino dai primi anni, cioè non compiuti per anco i diciotto, se gl’imbiancarono i capelli, ciò che, giusta l’opinione comune, deve avergli aggiunto gravità e decoro alla faccia. E veramente eravi in tutto l’aspetto di lui un non so che tra il nobile e il malinconico, per cui al solo primo vederlo non sarebbesi preso per uomo volgare. Rideva parcamente, camminava piuttosto affrettato ma composto; nel resto e nel dialogo e ne’ movimenti molta gentilezza e facilità; tra gli amici certa urbana e innocente festività che