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XI. SCUOLE PRIVATE.


Dal doloroso dispetto di tutti e di tutto in cui si viveva, poteva forse, e potè certo alcun tempo, distrarlo una qualche men ingrata occupazione alla quale cominciò a darsi presso a poco in questa stagione. Perchè dall’amministrare le fortune di quella cotal casa patrizia, era stato tolto per educar nelle lettere due carissimi giovanetti, e nominato in pari tempo uno degli uffiziali, che così si chiamano, alla Direzione dei beni e diritti demaniali in queste provincie. Dico che alcuna di queste nuove occupazioni potesse tornargli anche cara, dacchè aveva ad erudire nel bello chi a soavità d’animo e di modi inenarrabile, accoppiava prontezza d’ingegno, e pertinacia di buon volere, oltre quanto all’età e al sesso è conceduto solitamente. I quali conforti, per vero dire, nell’arte d’insegnatore, che da indi continuò a esercitare tutta la vita, mai non gli vennero meno, avendo sempre, secondo diceva egli stesso, per questa parte veduto il sorriso della fortuna nell’indole degli alunni che venivangli confidati. Troppo penoso sarebbe stato, senza questo, l’incarico d’imbizzarrire dal primo sole, com’egli faceva, a notte ben ferma, tra gerondii e participii, rappicciolendosi fino a’ fanciulli per essere inteso. Bene conobbe la prostrazione di ogni alto sentimento, onde simili ufficii debbono essere per lo più accompagnati, Vittorio Alfieri,