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molto notabili di ciò che indi fu ricreato con più maestra eccellenza dal Cadorino; fino a quella immagine di stanca vecchiezza che accosciata a’ piè della scala sembra rimanersi impassibile a quanto accade, paga di riguardare nell’inquietudine della vita ciò che non le può più toccare che in piccola parte, e nel Carpaccio è figura di camoscio o d’altro animale rappresentante l’illibatezza e la mansuetudine. Molto opportuno partito a interrompere la monotona vista della spalla dello scaglione, che tiene il basso del quadro. Con che viene ad essere dimostrato aver egli dato e carpito, il nostro pittore, ai più famosi dei contemporanei ciò che meglio tornava alla perfezione dell’arte, non secondo l’esempio d’altri pittori, del Basaiti, a cagion d’esempio, sotto il cui inflessibil pennello, lodato per altre ragioni, spuntarono fino all’ultimo tempo siffatti apostoli, nei quali apertamente si vede la fiammella dello spirito avvivatore non essere per anco discesa.

Fin qui, giovani egregii, ho parlato come concedevasi ad uomo inerudito nelle arti vostre, studiandomi di consacrare alla memoria di Vittore Carpaccio quelle lodi, che, più copiose ed ornate, a taluno forse tra voi si destinano nell’avvenire. Poco ho potuto giovare i vostri studii colle mie parole, se non forse infiammandovi nell’amore di un’arte che comanda tanta ammirazione, che suscita tanto diletto. Oh sì! nobili e care sono queste arti, e a voi tocca mostrarlo e colle opere dell’ingegno e colla condot-