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credo aver detto falso. Qui dentro magnificenza di templi e di regali edifizii, fuga di colonnati sotto cui si diportano valletti e lancieri, ampie balaustrate e ringhiere, di dove la curiosità riguarda irrequieta o malignamente nota e discorre; per l’aule dorate tappeti ricchissimi ed addobbi di ogni maniera, e al di fuori navi che arrivano a piene vele, moltitudine di popolo che accorre impaziente, e si rimescola per le vie, e da lunge l’azzurro degradante del firmamento, e con più spesse e cupe ombre la verdezza del mare. E da queste ampie masse ritraendoci a ciò ch’è il soggetto particolare della pittura, veggiamo ambasciatori che giungono di lontane contrade, il re brettone che si ristringe a colloquio colla figliuola, ed essa che con atto di mirabile ingenuità sta noverando sulle dita que’ patti onde render crede impossibili le sue nozze col giovin pagano; più oltre lo accettar di que’ patti, ov’è chi ha gli occhi e la mente raccolti nella scrittura, e chi con aspetto di contenta superiorità viene dettando; e indi la faccenda dell’arredare la flotta pel gran tragitto, non volendo la santa Vergine andarne allo sposo, che prima visitate non abbia in Roma le reliquie de’ martiri, forse per affratellarsi anche in vita a coloro, cui deve esser compagna nel fine. E però una religiosa processione, ove eminente si mostra Castel sant’Angelo, e il pontefice uscito ad incontrare l’inclita pellegrina, e mitre intramischiate a vessilli, e croci ed ombrelle, e largo corteo di popolo sal-