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gegno è sufficiente a indurre il sospetto della esagerazione che ci ha in quel devoto racconto, e con l’ovvia osservazione del nome di quella che fu consorte di gloria alla regal Vergine di Brettagna, è messa in pienissima luce la verità. Ma ben altro si richiede a dedurre da quella fantastica tradizione tanti tesori d’arte quanti ne veggiamo raccolti in questi quadri. Ampia è la scena che ne si apre dinanzi, e, per poco non dico, egli è un mondo che a sè ne invita: così sono varie e copiose le prospettive della natura, gli accidenti della vita, i moti dell’animo in essi quadri rappresentati. Non attese il pittore a costipare il suo tema entro brevi confini, o a decimare gli attori del muto suo dramma, per obbedire alla economia de’ committenti, o alla schizzinosità della critica; i suoi dipinti non sono astrazione di storia, ma vera storia. E dovete notare che le commissioni, così di queste come di molte altre opere di que’ tempi, partivano, anzichè da individui, da quelle congregazioni d’uomini, che, da qualche sentimento di religiosa o civile fraternità insieme accolti, amavano di avere nei luoghi destinati a consacrare la loro unione ricche ed eloquenti immagini di mirabili avvenimenti. Non mi farò adesso a discutere la difficile, e certo non nuova questione, in proposito di quelle congregazioni; questo mi è sembrato d’intendere, e non temerò di protestare altissimamente, che tutti a poco a poco sciogliendo, o per lo meno allentando, i vincoli di quella