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zioni dell’animo, che ho detto appartenere alla vita di ciascuno artista, alcune altre sono da aggiugnere, tutte proprie de’ tempi e degl’individui, e di cui, quando pure siano mute le storie, cercheremo chiarirci, riferendo il discorso particolarmente al Carpaccio, per via d’induzione. Esamineremo pertanto, in qual tempo, in quale città, con quali competitori sia egli vissuto, e ciò sempre partendo dal fatto apertissimo de’ suoi dipinti. Ho sentito molti augurarsi, nè sempre per codardia o per accidia, di aver sortito il natale a que’ tempi, ne’ quali, non ancora segnati i confini dell’imitazione, le menti degli uomini erano più facilmente impressionabili e nel giudizio loro, se non più dotte, certamente più intere; e per altra parte mi è tocco assai volte di ascoltare e di leggere riferirsi la rozzezza e vetustà de’ tempi a incremento di merito in chi per qualche maniera di studii potè sorgere in fama. Sicchè io non vorrò inferire dall’antichità della nascita argomento alcuno di encomio al Carpaccio; che s’ella è malagevole impresa metter le orme sopra sentiero ove o rari s’incontrano o non molto profondi vestigii, non è certo nemmeno troppo grande ventura di nascere a quella stagione nella quale le pompose teoriche usurpano il luogo all’effettiva produzione di eccellenti lavori, e il tedio generato in parte dalla sazietà, in parte dalla sopita energia, ritarda l’esercizio delle facoltà più vitali del cuore e dell’intelletto. La conoscete voi questa età, voi, qualunque sia l’arte che pro-