Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Sarei disingenuo se non confessassi che la solennità e la frequenza di questo giorno, anzichè sconfortarmi dal favellare, m’inanima e mi rinfranca. Parlare delle arti belle in questo principal loro tempio, ove non è angolo di parete che non ne mostri le maraviglie; in questo giorno destinato a premiare quelli tra i concorrenti che più si accostarono alla perfezione; nel cospetto del primario Rappresentante l’imperiale dominazione, là seduto per far sapere che le arti belle sono a grado e in tutela al potente Monarca, di questi dotti uomini che magnanimi le professano, di questi giovani volonterosi che ad esse consacrano il primo fiore dell’ingegno, di tutta una così autorevole adunanza di cittadini, qua venuti per rallegrarsi che la patria gloria continui di prosperare; parlare, dico, delle arti belle in tal luogo, in tal giorno, a tali uditori, non può essere senza grande conforto dell’oratore, che da questo luogo, da questo giorno, da questi uditori deve trarre, quasi a forza,