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670 PROGETTO DI UNA FERROVIA

finalmente perchè richiede opere difficili ed assai dispendiose alla foce del torrente Tegorzo, opere che non potrebbero mantenersi nelle impetuose sue piene ove non fossero munite di sufficienti costosissimi presidj.

Il passaggio del Tegorzo, torrente alpestre che riunisce poco superiormente al suo sbocco altri due grossi influenti, l’Ornigo ed il Calcino, richiede un manufatto di ragguardevole importanza e di luce certamente non inferiore al ponte sulla postale, che è di M. 80. Questa circostanza locale e quella di dovere intagliare parte del ciglione dell’altipiano, sovrapassare con un cavalcavia la strada che conduce ai molini ed alla spiaggia del fiume dove si formano le zattere coi legnami fluttuati dal Tegorzo, e dove esiste un traghetto per l’opposta sponda, e forse la demolizione di qualche fabbricato, contribuiranno a rendere costosa questa prima tratta di strada, che misura la lunghezza di circa Chilometri 4. Riescendo pressochè impossibile il procurarsi uno spazio sufficiente con comodo accesso per la costruzione di una Stazione a monte di Quero, ne viene necessità di collocarla a Fener nell’altipiano a destra del Tegorzo. Essa potrà a questo modo servire convenientemente non solo a Quero, Alano e Pederobba sulla destra del Piave, ma eziandio a Segusino e Valdobiadene sulla sinistra sia per mezzo dell’esistente traghetto, sia e meglio mediante un ponte da costruirsi di fronte a Fener a spese dei detti due Comuni.

Ma più difficile e più costoso ancora sarà per risultare il tronco successivo quello cioè tendente a superare il promontorio di Quero Questo promontorio di natura pietrosa calcare costeggia a picco il fiume per lo sviluppo di circa quattro Chilometri restringendone l’alveo in modo da rendere impossibile di guadagnare la sede della via nel suo letto. La cresta di questo promontorio, che elevasi presso Fener a circa 25 metri sul fiume, va rialzaldosi a poco a poco in modo da elevarsi allo svolto detto del Ghirlo fino a circa 80 metri per ridiscendere a larghe gradinate fino a confondersi colle falde franose e ripide sì ma abbastanza regolari dell’attiguo alto colle, che separa la valle di Tegorzo da quella del Piave. La traccia della ferrovia, che come superiormente indicammo dovrebbe trovarsi al passo del Tegorzo a M. l2 circa sul letto del fiume, dovrebbe seguitare a rialzarsi forzando le livellette ed attenendosi in taglio a mezza costa per oltre un chilometro sul ciglio che curveggia abbastanza dolcemente per superare il punto culminante parte in trincea e parte in galleria, che riescirà della lunghezza di circa m. 250. Dovrebbe poi svilupparsi fra le ondulazioni dell’altipiano roccioso seguente con tagli e rialzi fino a raggiungere la insenatura del fiume di fronte alla Cartera.

Arduo e dispendioso riescir deve pure il tronco susseguente della lunghezza di circa sei chilometri dovendo nella massima parte venire conquistato nell’alveo del fiume affrontandone le lunate prodottevi dai promotorii, che sorgono al’opposta riva di Castelvecchio e di Coston di Miliana e che urtano violente mente contro la riva destra dell’insenatura di Quero, di Castelnovo ed a Carpen. A rendere più difficile la costruzione di questo tratto contribuiscono e le frane del monte, a cui appoggia, da sostenersi saltuariamente con muri di