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costruzione e che quelle formate con forti pendenze e con leggieri materiali o di trascurata manutenzione sono assai lontane dall’offrire i vantaggiosi risultati che ad esse si attribuiscono troppo facilmente. La regolarità ed invariabilità della rotaja dipende (se pur non sia troppo debole in sè stessa o nel legame delle sue parti) tutta dall’opportuna solidità dei fondamenti, motivo per cui quest’oggetto è della più grande importanza e richiede più attenzione di quello che d’ordinario ad esso si presta nella costruzione delle strade rotaje. Di qui ne derivano anche le spese maggiori di conservazione che esigono certe strade a rotaja state mal costrutte in origine. La più gran parte di siffatte spese va consunta nel ripristinamento della forma perduta e nel raddrizzamento delle porzioni di rotaja cedute. Che poi una rotaja, massime quando deve servire al trasporto delle persone con grande velocità, si abbia a tenere sempre ben curata ed in uno stato sempre perfetto e normale in direzione tanto verticale che orizzontale per offrire la più grande sicurezza, si può desumer da ciò che le deviazioni di pochi centimetri nella posizione in altezza delle guide di ferro congiunte l’una coll’altra può cagionare la sortita dei carri dalle rotaje e quindi dare occasione a sinistri accidenti.

Per il presente caso della rotaja di Como si propone di adottare il sistema di palafitta già usato con buon successo da dieci mesi sulla consimile strada da Norimberga a Fürth in Baviera, stata aperta per la prima volta al pubblico il 7 dicembre prossimo passato.

I dadi della palafitta (V. le sezioni della strada di ferro nell’unita tavola di disegni) consistono in pietre quadrate di metri 0,50 in quadro, e di metri 0,30 in altezza. Essi portano ognuno un cuscinetto di ghisa che con due forti chiodi è attaccato alla pietra sottoposta. All’unione del ferro colla pietra servono le cavicchie di legno che sono adattate per entrare ne’ fori praticati nelle pietre, e ne’ quali vengono conficcati i suddetti due chiodi che tengono insieme il letto della palafitta. Fra il cuscino e la superficie della pietra viene posto un pezzo di cartone o di feltro inzuppato nel catrame che riceve sopra di sè alcuni urti, e li ammortizza impedendo il distacco e la frattura dei primi, cioè del cuscinetto e della pietra.