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Appena entrati su questa piazza che è la principale della Città si presenta all’occhio dello spettatore il prospetto magnifico del Palazzo vecchio, chiamato un tempo il Palazzo della ragione perchè serviva sotto il veneto governo ad uso dei tribunali pretoriali. Questo palazzo chiude quella parte di piazza respiciente verso mezzodì, e la divide dall’altra piazza del Duomo al N. 3. descritta. Incerta è l’origine di sì grande edificio, che certamente rimonta ad una rimota antichità come chiaro appare dalle scolture dei piloni laterali che vengono giudicati opera del XII secolo e fors’anche anteriore. Sappiamo dalla storia come rimanesse preda delle fiamme nel 1513, e fosse poi di nuovo rifabbricato nel 1520 colla direzione di Pietro Isabello d’Abano, il quale disegnò la spaziosa volta dell’atrio sorretta da quattro isolate colonne toscane, approfitandosi anche dei rimasti piloni, e pareti laterali. La maestosa e bella loggia sporgente sulla piazza, con bassiriglievi ed ornamenti, è disegno dal lodato Isabello, come pure l’interno superiore salone, sgombro d’ogni sostegno di grandezza metri 26.20 per m. 24.30, o desta veramente meraviglia il veder il suo coperto sostenuto da sette maestose cavriate maestrevolmente formate. Cessato il veneto governo in questo salone si fabbricò un elegante Teatro detto Cerri dal suo primo istitutore, e vi durò finchè venne fabbricato il Teatro della Società. Servì poscia ad uso di magazzeno e di caserma, ed ora ripartito in diversi vasi con disegno dell’Ingegnere Comunale Sig. Francesco Valsecchi destinato al collocamento della comunale Biblioteca ricca di 60m. volumi circa e di copiosi antichi manoscritti1. Vi si ha accesso dalla piazza per un rustico scalone laterale. Il sottoportico un tempo si chiudeva con imposte e vetriate, e ne appajono i segnali. Ora serve di pubblico passeggio e di transito pedestre. Ivi si trova infissa nel muro una rara scoltura in marmo carrarese di Giacomo Manni, rappresentante la B. V.

La marmorea colossale statua su piedestallo di Torquato Tasso, situata al destro pilone di detto palazzo, fu eseguita da Gio. Vismara per legato del concittadino Marcantonio Foppa. Il modernamente ristaurato prospetto a destra della piazza era l’abitazione del Podestà veneto ed in oggi serve ad uso dell’I. R. Tribunale di giustizia, il cui ingresso nel mezzo serve anche al secondario accesso al nuovo Teatro della Società eretto nel 1807 con disegno dell’illustre architetto Leopoldo Polak, facendo lato la principale facciata sulla contrada di Corserola. La maschia quadrata elevatissima Torre comunale è adorna d’orologio e di quattro grosse campane collocatevi nel 1486.

Nel centro della piazza pompeggia la zampillante fontana a getto d’acqua, formata d’un grande ottangolare bacino circondato da simbolici ornamenti, di due sfingi che pur gettano acqua in altri due avelli, di quadro seduti leoni, ed altri quattro serpi attortigliati a tronchi d’esculapio, che sostengono altrettante catene all’ingiro il tutto di bianco marmo di Zandobbio.

Il terzo pubblico edificio comunale che fa lato opposto alla piazza vedesi descritto a pag. 1.

  1. Cenni storici sul traslocamento della pubblica Biblioteca di Bergamo, opuscolo scritto dal nostro Giacomo Bini nel 1839 diretto a Vincenzo Lancetti.