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NUOVA ROTONDA PREPOSITURALE DI GHISALBA
Benchè digiuna tuttora la nostra Ghisalba d’aver un’illustrazione perchè modesta vive come candida Vestale in piccolo Villaggio lontano da Bergamo nove miglia, non fù mai dimenticata dai veri cultori dell’arti belle; ora si pongono a vera giustizia, e merito di questa le seguenti succinte notizie dell’unico modello più perfetto che sussista in oggi elevato a forma di rotonda, d’architettura greca romana, incominciata l’anno 1821. e consacrata il 1834. dal nostro Vescovo Gritti Morlacchi, dedicata a S. Lorenzo titolare di quella Parrocchia.
Il Marchese Luigi Cagnola nato l’anno 1762. in Milano ne fu il classico Architetto che concepì, e diresse la fabbrica di questa rotonda, disegno che fece ad imitazione del Panteon in Roma, per cui fu lievemente censurato d’aver adottato una forma gentilesca, forse non troppo plausibile per uso di un nostro tempio parrocchiale, ma soltanto confacente a santuario; io soggiungo però a difesa del Cagnola che coetaneamente alla Ghisalba ed a dì nostri si sono elevati, e si innalzano dei magnificentissimi tempj rotondi, e massimamente nelle principali capitali d’Italia come il S. Francesco di Paola a Napoli fatto erigere da Ferdinando I., disegnato dal cavaliere Pietro Bianchi, in Possagno il Tempio di Canova, in Torino alla B. V. con disegno del Bonsignori, per ordine del Re Carlo Felice, ed ora in Milano la chiesa di S. Carlo Borromeo, disegnata dal cavaliere Carlo Amati. Non è la Ghisalba da paragonarsi alle antiche, e odierne rotonde in punto a dovizia di pregiati oggetti in esse contenuti, ma come dissi questa supera in saviezza architettonica ogni sua pari di forma rotonda. Circoscritto di mezzi il Cagnola nel creare la Ghisalba, ma ricco d’immaginazione, e di dottrina formò nella sua nuova rotonda un’opera originale veramente eletta del genio, e delle rette prescrizioni d’arte, come ne fa fede anche il decantato arco della pace in Milano dello stesso autore, e tante altre opere del medesimo degne d’encomio.
La gradinata che ascende al tempio, e le parti principali della decorazione esterna sono eseguite in pietra (ceppo gentile di Brembate,) i fusti delle quattordici colonne corinte del portico e le interne hanno di diametro metri 1.20; il diametro della periferia interna è di metri 25.80. quasi pari alla Possagno di M. 27.82., decorato di sedici colonne sporgenti due terzi che sorreggono la continuata circolare trabeazione con piedritto, dal quale nasce la grande tazza emisferica ornata di undici degradati ordini di quarantaquattro quadrati cassettoni per ogni cerchio, alla cui sommità apresi il rotondo occhio che illumina lutto il Tempio. La tazza venne coperta con lastra di rame. Le quattro grandiose arcate innicchiate servono una all’ingresso con sopra la cantoria, altre due pei laterali altari, e quella dirimpetto pel coro, ed il bell’ideato altare maggiore formalo di scelti marmi a quadrilungo basamento con sopra otto colonne corinte, cornicione a frontispizio nel cui intercolonnio vedonsi due angeli che portano l’Arca, scolpiti dal Somaini, come pure le statue degli Evangelisti collocate in quattro delle otto nicchie disposte negl’intercolonnj laterali alle quattro porte che danno ingresso alle sacristie, e scale interne che mettono alle quattro superiori gallerie aventi dodici arcuati fenestroni guardanti nel Tempio. Qui esisteva l’antica demolita Chiesa, denominata il Castello, e vedesi tuttora conservato il campanile di questa Gibellica torre situata a destra del Panteonesco porticato.