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66 | la calandra |
senti un odore d’ombra e d’umidore;
di foglie, di corteccia e di rugiada;
21un fragrar di corbezzole e di more.
Vai per un bosco, e senti, ove tu vada,
quei fischi uscir più liquidi e più ricchi;
24poi, come colpi da remota strada
di spaccapietre, il martellar de’ picchi.
Ma no: dib dib: è il passero. Ricopre
la nebbia i campi, dove è dall’aurora
28de’ bovi il muglio e il viavai dell’opre.
Fuma la terra, fuma il cielo; ancora
fuma il camino e, tra le tamerici,
31fuma il letame e grave oggi vapora.
Vaniscono laggiù le zappatrici;
di qua l’aratro emerge per incanto,
34tra un pigolìo di passeri mendici.
Ma donde viene chiaro e dolce il canto
or della quaglia? È in fior lo spigo; tondo
37s’apre nei campi il fior dell’elïanto.
È sera forse? e dentro il ciel profondo
il crepuscolo indugia? e nel sereno
40canta la quaglia di tra il grano biondo?