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Primi Poemetti chiamo questi, anche se fatti dopo, anche se fatti or ora, perchè più consoni all’ispirazione a cui obbedii da principio nel volumetto stampato in Firenze nel 1897. Alcuni di quelli che sono nel volume di Palermo 1900 e non sono qui e compariranno nel prossimo volume III delle Poesie, pur più vecchi di fattura, sono d’ispirazione più recente.
Nomi cari alle muse e cari al mio cuore erano iscritti sopra questi poemetti; e non voglio che il lettore o ignori o dimentichi il pregio, o solo o molto maggiore, che a me parve derivasse da quei nomi a quei versi.
Erano, e siano ancora, i nomi di M. Enrico Bossi, di Luigi Rasi, di Ermenegildo Pistelli, di Angiolo Orvieto, di Giovanni Marradi, di Cesare Biondi, di Giuseppe Martinozzi (o alto cuore ferito!), nomi illustri; erano, e siano sempre, i nomi più modesti e non meno cari di Luigi Bonati e di Alfredo Caselli che mi sorressero nel cammino, ormai lungo. E i ”miei compagni del collegio d’Urbino„, a cui era e voglio sia sacro il prediletto di questi canti, l’Aquilone, mi ricordino come io li ricordo, nelle vicende della vita, sempre quelli sempre quello.
Pisa, ottobre del 1904.
Giovanni Pascoli.