Pagina:Primi poemetti.djvu/207


le armi 187


Nella spelonca il biondo fabbro, attento,
movea, tra l’invisibile acqua e il rosso
88fuoco, due braccia che battean per cento.

Chè la Corsonna a lui correa pel fosso
perennemente, ad un suo cenno presta,
91quando accennava: Ora da me non posso.

Ella, scendendo come la tempesta,
movea la ruota, essa lo stile, e tu,
94maglio, sul ferro e su l’acciaio la testa

alzavi e la lasciavi piombar giù.


ii


E prima il fabbro fabbricò la vanga
dalle due ali, l’arma che le zolle
98tagli e le franga; ed anche te ti franga;

ma poi t’acconcia, per il ben che volle
a te, che tu volesti a lei, fratello
101lavoratore, un letto molle molle...

Bollì ferro ed acciaio, indi il massello
fatto bianco afferrò con le tanaglie;
104e lo domò col maglio e col martello.