Altri potava. Si sentian gli azzecchi,
gli schiocchi delle forbici. Sui pioppi
45dava il pennato fitti colpi secchi.
Oh! quanti olivi sul pendìo! Sin troppi.
Erano un bosco. E ne cadean già nere
48le olive, e l’olio avrebbe empito i coppi.
Castagne, grano, vino, olio... un podere,
lì, gli garbava. C’era anche la fonte
51a cui menare le sue bestie a bere.
Oh! c’era bello, lì tra piano e monte,
lì tra il fiume il torrente e il torrentello,
54e con la Pania cerula di fronte!
Bello, sì, ma il suo nido era più bello.
Bevve alla fonte e seguitò la strada,
57e vide il fiume e il ponte lungo e snello.
Non lo passò: svoltò per la contrada
dell’Arsenale e di Mologno, dove
60si facea la sua lancia e la sua spada.
Era ancora prestino, eran le nove
forse, e il mattino era di rose e d’oro,
63quando in suo cuore esclamò Nando: Piove!
E non pioveva; ma s’udìa sonoro
un cader d’acqua. Un casolare basso
66c’era, coperto d’ellera e d’alloro.