Tutto vestito d’ellera e d’alloro
è lo stendino. Dentro, alla catena,
21è il gran maglio dal capo come toro.
Ed ecco il fabbro che l’avvia, lo frena,
lo sferra, arresta, mentre soffia il vento
24e l’acqua stroscia e il focolar balena.
E il maglio picchia, ora veloce, or lento
lento, sul rosso ferro, come pare
27all’uomo: un uomo! ma che vale i cento.
E dunque l’armi tu ne avrai, più care,
figlio, più tue: ruvide e nere in prima,
30ma è il lavoro che le fa lustrare.
Ma fa, il lavoro, come fa la lima:
pulisce e rode: l'armi e l’uomo... Ebbene?
33Se il calcio è verde, secchi pur la cima!
Fate armi nuove per ognun che viene
nuovo nel mondo. Ed abbia ognuno in mano
36il suo marrello e il suo po’ po’ di bene„
Così diceva. E Nando scese al piano
di Castelvecchio. Nelle porche uguali,
39come un velluto verdicava il grano.
Faceva l’unghia già qualcuno ai pali
per le sue viti. Sui forconi vecchi
42cantavano, spiando, i pinzampali.