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158 | il cieco |
iii
nel chiaro sonno, in mezzo a un rombo d’api,
si ruppe il tenue filo. E poi che gli occhi
17apersi, cerco i due penduli capi
in vano. Mi levai sopra i ginocchi,
mi levai su’ due piedi. E l’aria invano
20nera palpo, e la terra anche, s’io tocchi
pure il guinzaglio, cui lasciò la mano
iv
addormentata. Oh! non credo io che dorma
la mia guida, e con lieve squittir segua
24nel chiaro sonno il lieve odor d’un’orma!
Egli è fuggito; è vano che l’insegua
per l’ombra il suono delle mie parole!
27Oh! la lunga ombra che non mai dilegua
per la sempre aspettata alba d’un sole,
v
che di là brilla! Vano il grido, vano
il pianto. Io sono il solo dei viventi,
31lontano a tutti ed anche a me lontano.