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132 l’accestire



ii


Oh! tu sei buona! Ha sete il passeggero;
e tu cedi i tuoi chicchi alla sua sete,
19ma salvi il frutto pendulo del pero.

Nulla fornisci alle anfore segrete
della massaia; ma per te, felice
22ella i ciliegi popolosi miete.

Nulla tu rendi; ma la vite dice;
quando la poto all’orlo della strada,
25che si sente il cucùlo alla pendice;

dice: — Il padre tu sei che, se t’aggrada,
si mi correggi e guidi per il pioppo;
28ma la siepe è la madre che mi bada —

— Per lei vino ho nel tino, olio nel coppo rispondo.
I galli plaudono dall’aia;
31e lieto il cane, che non è di troppo,

ch’è la tua voce, o muta siepe, abbaia.


iii


E tu pur, siepe, immobile al confine,
tu parli; breve parli tu, che, fuori,
35dici un divieto acuto come spine;