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ABBOT — 8 — ABDALLATIF

Lichfield e di Londra, arcivescovo di Cantorbery. Egli ebbe il coraggio di opporsi alla Corte in varie occasioni, principalmente nell’affare del conte e della contessa di Essex, dei quali il re chiedeva ardentemente il divorzio. Lo scioglimento di quel maritaggio essendo stato pronunziato alla sola pluralità di due suffragi, l’arcivescovo protestò contro quel giudìzio. Egli assistette Giacomo I al letto di morte e fu presente alla consacrazione di Carlo I. Questo re aveva riscosso, col nome di prestito, un sussidio non autorizzato dalla legge: un sermone, predicato alle assisie di Northampton in lode di questo prestito, fu indirizzato al primate, con ordine della Corte che gli ingiungeva dì autorizzarne la stampa: avendo ricusato di ciò fare, fu confinato alla sua villa e la primazia fu affidata ad una Commissione. Alla tornata del Parlamento, la Camera dei Pari reclamò il ristabilimento del vescovo; ma egli perdette il favore del re. Molte sono le sue opere, ma non citeremo che la traduzione del Nuovo Testamento e l’Istoria delle stragi della Valtellina. Mori nel 1633.

ABBOT (Roberto) Fratel maggiore del precedente, celebre al pari di lui per le sue prediche, nato a Guilford nei 1560. Giacomo I lo nominò suo cappellano e gli piacque tanto il suo libro De Antichristo, che ne ordinò la ristampa insieme coll’opera sua propria intorno alla rivelazione. Il suo Trattato della supremazia dei re gli meritò, nel 1615, il vescovato di Salisbury. Mori due anni dopo.

ABBRACCIA-VACCA (Meo). Di Pistoia, poeta italiano del secolo xiii, contemporaneo di fra Guittone. I suoi versi, scritti in un linguaggio misto di italiano, di francese e di provenzale giovarono in quei tempi non poco per arricchire la nascente lingua italiana. Rimase di lui un sonetto in dialogo fra il poeta e Amore, che il Crescimbeni ha pubblicato nella sua Storia della poesia volgare.

ABBT (Tommaso). Nato in Ulma nel 1738, rivolse i suoi studii alla filosofia e alle matematiche, tralasciando la teologia alla quale da prima si era dedicato. Nel 1760, egli fu nominato professore straordinario di filosofia a Francoforte sull’Oder, poi professore di matematica all’università di Rinteln nella Vestfalia. Compose molte opere in tedesco ed in latino; le prime trattano di teologia: quella che gli ha procacciato maggior fama è intitolata Del Merito. Cooperò con Lessing, Mosè Mendelsshon, ed altri insigni scrittori, alle Lettere intorno alla letteratura moderna, giornale che fece epoca nell’istoria della letteratura tedesca. Mori nel 1766.

ABDALLAH. Padre di Maometto (vedi). I Musulmani, per dare un maggior lustro all’origine del loro profeta, dicono questo Abdallah, uomo di maravigliosa bellezza e di altrettanta virtù, per cui venne richiesto in marito da una regina della Siria. Mori a Yatrib, oggi Medina, lasciando l’unico suo figlio in età di soli 8 mesi, col povero patrimonio di cinque camelli ed una schiava etiope.

ABDALLAH-BEN-JASIN. Missionario musulmano, fondatore della setta dei Marabutti (Marabelhoun). Scorse le coste dell’Africa per convertire quei popoli all’islamismo. Ritiratosi in un isola presso della costa, insieme con uno dei capi di quei popoli, diede il nome di Marabutti ai numerosi neofiti accorsi alle sue spiegazioni del Corano; e ben presto ebbe un piccolo esercito, col quale imprese le sue conquiste spirituali. Perì in una delle sue escursioni fra le tribù di Baracaonata nel 1059.

ABDALLAH-BEN-MOSLEM (Mohammeh). Storico arabo, nato a Bagdad nell’828, morto nell’890. compose, fra le altre sue opere: un’Istoria genealogica degli Arabi, di cui Eichhorn pubblicò estratti nei Monumenta antiqua histor. Arab. (Gotha 1775) e Wùstenfeld un’edizione litografata.

ABDALLATIF. Celebre scrittore arabo, noto particolarmente per una eccellente descrizione dell’Egitto, tradotta in francese da Silvestro de Sacy. Era nato a Bagdad nel 1164 e vi morì nel 1234. Le sue opere sono cosi numerose che il solo