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soli fino dell’anno 1140. Dal 1180 in poi cessò il dominio degli Alberti, i quali rendono all’impero il feudo ricevuto molti anni prima, e glielo rendono probabilmente mediante un compenso in danaro, come si vede esser successo per altre terre. Questa ipotesi d’una cessione per danaro trova valida conferma nelle parole che i rappresentanti dell’impero dissero ai Pratesi (e non già i Pratesi ai rappresentanti dell’impero, come voleva un’antica falsa interpretazione del passo dei Diurni pratesi da cui si ricava la notizia e che esiste tuttora) nel 1286: cioè che «il loro comune non era della condizione degli altri comuni di Toscana, perchè fu compero il luogo, come si compera un cavallo e un campo». E dalla confusione che fu fatta di questo discorso, sì da invertirne, come vedemmo, la sostanza, deve esser derivata una scomposta tradizione che raccolse il Villani là dove scrisse, che i Pratesi «per loro denari si ricomprarono» da’ loro signori e «posonsi in quel luogo dove oggi è la terra di Prato, per essere in luogo franco da signori e Prato gli puosono nome, pe-