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42 | italia artistica |
e nella sobrietà classica dei pilastri si raffina di eleganza. Di Andrea della Robbia è tutto il bel fregio a festoni e i quattro tondi con gli Evangelisti nei pennacchi. Ne’ quattro apostoli seduti in atto di meditare, o di scrivere, lo scultore ha sfoggiato una ricchezza di panneggiamenti virtuosissima: nella figura di Luca è riuscito a riassumere la gentilezza più viva del sentimento e del lavoro; in quella di Giovanni l’autorità delle meditazioni nella solitudine.
Ma vi è un’altra chiesetta, l’oratorio del Buon Consiglio, così suggestiva con la sua facciatina incassata fra le case, che accoglie della mano di Andrea altri saggi sapienti. In due nicchie laterali all’altare, le figure grandiose ma non perfette di S. Paolo e di Santa Lucia. A sinistra l’ancona candida, sorretta ancora dalla sua predella egualmente invetriata. Io non so; ma la semplicità della chiesa, la poca frequenza de’ fedeli aggiungono una più sottile suggestione a gustare questo altare. L’opera non può essere una semplice variante dell’altra conservata nella Rocca di Gradara. Il gruppo della Vergine col Bambino che si succhia un ditino, è vaghissimo di vita e di affetto; il contrasto fra il bel volto della Maddalena e l’ossuto S. Girolamo rivela la mano diretta dell’artista.
Invece non si può pensare ad Andrea dinanzi al lavabo della Sagrestia di San Nicolò da Tolentino. Se la composizione è sobria, la coloritura de’ festoni, e peggio la nota gialla de’ pilastri non possono che riferirsi che a Giovanni. Ordinatore ne fu Averardo Alemanni nel 1520.