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PRATO 33


lapidazione e la morte di S. Stefano gli spettano senza discussione. La morte è specialmente notevole per originale movimento. Non vi è una coordinazione assoluta nelle parti; vi son come tanti gruppetti indipendenti; i due religiosi che piangono il defunto, gli altri due impauriti col chierichetto che leggono le orazioni quasi per conto loro; e que’ che si rassegna guardando il cielo e il compagno che si volge altrove per sfogare il suo dolore, ecc. Varietà adunque più che novità; ma sulla bocca semichiusa del defunto è un accento di dolorosa aspirazione, l’ultimo certamente; e il triplice giro degli archi inquadra la scena elegantemente.

Ma di un’altra opera bisogna far menzione prima di lasciar la chiesa adorna del