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alla sua scuola. Ma per darle a Tommaso del Mazza, come vuole il Milanesi, non abbiamo nessun punto di appoggio. Le pitture di questa cappella sono state inoltre confuse con quelle della cappella Manassei; onde si è potuto dire su la traccia di note ritrovate che vi dipinsero Lorenzo e Niccolò Gerini; i quali vi avranno magari lavorato, o si saranno accordati per dipingervi; ma non vi hanno lasciato pitture che noi ci vediamo. Se mai, la maniera dei Gerini, ossia una spiccata maniera spinellesca, è nella cappella Manassei, nelle storie di S. Giacomo e di S. Margherita ben conservate e non prive di movimento e di equilibrio, per ciuanto sembri impossibile che sieno state eseguite in seguito al testamento di Filippo Manassei che risale al 1442. Per queste pitture si fa il nome dei Bicci: e dei Bicci furono fatti molti bisticci. Pare fossero tre: un Lorenzo Bicci padre, un Bicci di Lorenzo figlio e un Neri di Bicci nipote. Il carattere degli affreschi può stare con quanto si seguitò a concepire e a eseguire sulla fine del trecento; e però diamoli a Lorenzo Bicci, capostipite della famiglia e alunno di Spinello, come vuole il Vasari.