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22 | italia artistica |
bella chiesa del Rinascimento vale la pompa del festino macabro d’Erode. Ma forse mancano carattere, espressione, dramma anche in questa solenne composizione? No. Il pianto della donna è straziante; il prete officiante preludia al Vescovo del Ghirlandaio nella cappella Sassetti; e il mirabile gruppo a destra è di uomini vivi e veri in tutta la dignitosa compostezza dei loro vestimenti. È un insegnamento di Masaccio che il Frate lasciò in bellissimo retaggio ed esempio alla più sicura e libera mano del Ghirlandaio per S. Maria Novella a Firenze.
Sotto questo compartimento il pittore segnò il suo nome; e segnando il suo nome volle certo indicare la propria soddisfazione. Egli aveva dipinto la danza di una giovine con la leggerezza spirituale che un innamorato ardente può riuscire a trasfondere nella sua bella vagheggiata; ma dipingendo una magnifica chiesa con sereni prelati, con chierici officianti, con buone donne lacrimose a piè del cataletto su cui il santo dolcissimamente riposa del suo martirio, egli sentiva di essere rientrato nel dominio del suo dovere di uomo religioso. E si segnò; e si ritrasse col suo Fra Diamante e col proposto Carlo Medici e con altri uomini insigni: poichè sentiva d’aver reso un tributo d’espiazione, senza nulla rinunziare delle gioie godute, doveva pur essere soddisfatto.
Se la morte di S. Stefano, per l’ampiezza decorativa della scena, perde la suggestione di quella potenza drammatica che pur non vi manca, la tavola a destra della crociera può mostrare meglio questa virtù di Fra Filippo. La tavola, che non è la tavolina del Vasari, gli fu commessa nel 1440 dal proposto Inghirami, che genuflesso e a mani giunte prega a piè di S. Girolamo ed è veramente ritratto con larghezza masaccesca. Uno storpiato si avanza a toccare il cataletto per guarire; i