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24 italiani all’estero

quando ai funzionari italiani — occupanti prima quasi tutte le cariche della Reggenza — capitò l’intimazione di abiurare, pena lo sfratto, la loro nazionalità. Risposero essi nella grandissima maggioranza, abbandonando dignitosamente l’umile ufficio o adattandosi a rimaner stazionari in attesa della eliminazione, ben presto sommariamente compiuta. Venne poi la volta degli imprenditori, assai prospei e numerosi, subitamente privati di qualunque appalto pubblico, proibiti di associarsi a francesi nell’assumere opere governative, osteggiati con ogni angheria burocratica nell’esercizio della loro attività privata, e rinuncianti anch’essi, in molti casi, nobilmente, agli enormi vantaggi che la naturalizzazione loro avrebbe procurati, nella prodigalità pazza del capitale affluente. E venne il riscatto della ferrovia della Goletta, schiacciata dalla concorrenza insostenibile del canale scavato a colpi di milioni; venne la guerra doganale al commercio italiano; vennero le famigerate convenzioni, precludenti la via all’ulteriore sviluppo delle scuole; venne l’ordinanza vietante l’esercizio di al cune professioni liberali ai giovani non diplomati in Francia: — tutta una serie di sopraffazioni da cui la colonia, cresciuta nel frattempo di enormi falangi proletarie, non poteva non uscire dissanguata di ricchezze e di forze, sfiduciata di speranze, incerta del peggio maturante nell’incognita del domani.

In tali condizioni assume aspetto di miracolo lo sforzo concorde che seppe dar vita alle iniziative in cui dura la tradizione e si affermano gli intendimenti di un alto e ben compreso spirito nazionale.

Chi percorra le corsie dell’Ospedale; chi assista ad una delle Società di Beneficenza; od alle sedute dell’Ufficio di collocamento della Associazione Operaia; chi visiti l’Orfanotrofio Regina Margherita; chi entri nei locali, ferventi di traffico, della Cooperativa Italiana, non potrà a meno di provare un impeto di ammirazione profonda di fronte ai risultati mirabili che l’organizzazione, la concordia, i sacrifici di una eletta di cittadini hanno saputo raggiungere, nel nome d’Italia, in rami così varî di attività filantropica.

Ma non è senza un intimo senso di commozione intensa che ci è dato penetrare nelle scuole d’ogni forma e d’ogni grado; questi modelli di istituti, cui le limitazioni