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22 italiani all’estero

gere ad efficaci organi di educazione. E vi sono centri immani di emigrazione, come Marsiglia, che ai 100.000 regnicoli non offrono che un’unica piccola scuola, insidiata ogni giorno dalle minaccie di soppressione che ne rendono precaria la vita.

Di fronte a tanta enormità di bisogni, contro cui lottano disperatamente i migliori elementi delle nostre colonie, oggi soltanto incomincia a scuotersi, per quanto a malincuore, l’opinione pubblica in Italia.

Due Società principalmente rappresentano con indirizzo e in campi d’azione diversi, l’interesse del paese per la preservazione e l’espansione dell’italianità.

L’Associazione Nazionale pei Missionari, vincendo una somma enorme di pregiudizi e di preconcetti, è riuscita a dirigere a fini schiettamente patriottici le forze preziose di quegli ordini religiosi che uomini politici di ogni parte, dal Mancini e dal Cairoli, al Bonghi, al Brunialti, al Luzzatti, giudicaron presidî valorosi d’italianità, e se ne vale efficacemente a preservare, negli scali del Levante e dell’ Estremo Oriente, il nostro declinante prestigio. In raggio ancor più vasto la Società Dante Alighieri rivolge la propria attività a difendere la lingua e la coltura nazionale, dovunque, da minaccie di ambienti o di civiltà ostili, ne sia compromessa la libera efflorescenza.

Attraverso a difficoltà ognor rinascenti questa società ha saputo, da umili origini, sorgere a considerevole sviluppo di forze, fondando, nel Regno e fuori, 142 Comitati, con 19000 soci, aiutando efficacemente la lotta linguistica degli italiani oltre il confine, promuovendo scuole, educatori, patronati, biblioteche circolanti nei centri di emigrazione dal Sempione alle Americhe.

Ma ben altri mezzi occorrono all’immane compito. Troppo esigua ancora è la falange dei collaboratori alla grandiosa opera, che dovrebbe riunire in fascio concorde quanti italiani sentono l’idealità della patria; poichè la bandiera della Società è davvero tale da raccogliere, al disopra delle parti e delle fedi, tutti gli uomini di buona volontà.

La dignità che un popolo serba in mezzo alle nazioni deriva dalla potenza intellettuale ch’esso rappresenta e dispiega. Diffonderne la lingua significa accrescerne la vitalità organica, svilupparne le energie assimilative ed espansive, affermarne nobilmente il prestigio civile.