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20 italiani all’estero

emancipandosi dai metodi e dagli scopi esclusivamente elemosinieri delle vecchie Società di Beneficienza, facilitano col collocamento personale, colla pubblicità di notizie relative al lavoro, con accurate inchieste sui luoghi, l’avviamento degli emigranti ad opere proficue, mentre ne promuovono con ogni mezzo le tendenze associative a tutela dei comuni interessi.

Il Commissariato di Roma ha incoraggiati con qualche larghezza di sussidio questi enti di spontanea iniziativa.

Ma perchè il provvido movimento si estenda e getti salde radici in tutti i centri di maggior affluenza operaia, e d’uopo che nelle colonie nostre si rinsaldi e si generalizzi alle masse quel sentimento operoso di italianità da cui muove, oggi ancora ad opera di pochi, l’impulso alla disinteressata assistenza fraterna.

Molto si è scritto, da alcuni anni, sulle idealità patriottiche che perdurano tenaci tra gli italiani all’estero. Pasquale Villari, in un’ora di ottimismo, è giunto a proclamare che noi, abitanti della penisola, potremmo andare fuori del Regno, per imparare dagli emigrati come si ami la terra natìa. E certo, quando si leggono gli episodi commoventi di cui riboccan in proposito le relazioni dei R. Consoli: quando si pensa ai 100 sodalizî di beneficenza, alle 1500 società di M. S., ai 15 Ospedali che nel nome d’Italia son sorti, a raccogliere e sviluppare le iniziative di cooperazione, di coltura, di civile solidarietà maturanti nelle plaghe più remote; quando si ricordano le manifestazioni grandiose di memore affetto filiale con cui le colonie (dalle maggiori alle più minuscole) si associarono ad ogni evento, fausto o luttuoso, venuto a commuover le fibre della madre patria, non si può negare che l’attaccamento alle sue tradizioni, il rispetto delle sue memorie, il culto delle sue idealità viva tenace tra i figli dispersi della gran madre Comune.

Ma quanto doloroso pure, per un altro verso, il rovescio della medaglia!

Unanime purtroppo suona la testimonianza dei migliori funzionari. Mentre la prima generazione di emigrati conserva, almeno in parte, con cura gelosa il patrimonio di affetti che la legano al luogo di origine, i sintomi di una completa snazionalizzazione non mancan mai di prodursi nei loro discendenti immediati, figli il più delle volte di madri stra-