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italiani all’estero 17

immigranti annui (60 od 80000) la facoltà di sbarco accordata a ciascuna nazionalità, sarebbe stolto chiuder gli occhi alla previsione che, in un avvenire assai prossimo, possa serrarsi, almeno parzialmente, all’esodo nostro questa porta verso l’operosità feconda e le eventualità di fortuna.

Nè un assegnamento molto maggiore deve farsi sugli Stati d’Europa, verso i quali, per tradizione antica si rivolgono a falangi le turbe esulanti. In Svizzera, nella cui prosperità economica il lavoro italiano rappresentò un elemento inestimabilmente efficace, si agitano da tempo tra il proletariato indigeno correnti ostili, che vorrebbero sfrattati a colpi di decreti i formidabili concorrenti. Più incerto ancora da questo punto di vista, appare lo stato d’animi in Francia, la quale dibatte da più anni febbrilmente la questione della presenza degli Stranieri, ed ha visto sfilare, dall’84 al 7901, dinanzi al Parlamento, fino a 43 progetti, tanto socialisti che nazionalisti, per frapporre ostacoli al loro soggiorno.

Come meravigliarsene d’altronde se la patria stessa del liberismo, l’ospitale Inghilterra ha ultimamente iniziate le sue tarde velleità protezionistiche nominando una Commissione Parlamentare per avvisare al modo di restringere lo sbarco degli stranieri incolti ed indigenti?

D’ogni lato dunque ostilità, esclusioni, minaccie di ostracismi, prodromi oscuri di un ayvenire tutt’altro che lieto.

Vero é che al pericolo che ingrossa ed incalza alcuni italiani hanno scoperto da tempo un antidoto, che non esitarono a proclamare sovrano.

Poichè, dicono, sono le organizzazioni sindacali estere che premono sui loro goyerni per ottenerne le leggi restrittive, basterà che i nostri operai, anzichè tenersene appartati, entrino senza esitanza in esse come parte integrante, perchè l’orientamento delle rivendicazioni proletarie si modifichi radicalmente a lor favore, e l’attuale spirito di concorrenza si trasformi in solidarietà cosciente contro il comune ayversario: il capitale sfruttatore.

Non si potrebbe esser più semplici e più spicciativi di così. Peccato che, dovunque ne fu tentata l’applicazione, il metodo ingegnosissimo abbia dati, alla prova, risultati per appunto opposti a quelli che si desideravano.

La storia degli scioperi cui partecipò all’estero, per pattuita solidarietà, elemento italiano, non potrebbe essere, al riguardo, più istruttiva. In parecchie città della Svizzera