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italiani all’estero 13

di un albero tre volte millenario, nell’altro le sue radici profonde, oscure, terrose. Abituati ad apprezzare solo il lavoro come mezzo per salire alla conquista del potere e del danaro, essi, anche senza definirlo con disprezzo, intravedono nell’artista e nel bracciante due forze più istintive che raffinate della volontà e dell’energia costante verso il meglio: due forme diverse, nella mente e nei muscoli, di lavoro non specificato, di unskilled labour».

Onde avviene, ed è fatale, che ai lavoratori italiani siano riserbati dovunque all’estero i lavori più duri, più ingrati, peggio retribuiti.

«Essi formano, scriveva dalla Svizzera Pasquale Villari, un popolo nomade senza casa, senza famiglia, senza scuola, senza chiesa, senza libri o giornali italiani; lontani dalla patria, in un paese di cui non conoscon la lingua e in cui non son ben visti, per la concorrenza che fanno. — È sopratutto presso i tunnels, aggiungeva, che il problema si presenta nella sua enorme gravità. Fa pena il vederli, dopo 8 ore di rude lavoro, uscir dalla montagna, per dar luogo ad altri che vanno a prender il loro posto. Tornano alla luce del sole estenuati, anneriti, bagnati di sudore e acqua, la quale filtra da tutte le parti. Si abbandonano sopra una panca, e mangiano avidamente un parco desinare, poi vanno a dormire in 8 o 10 nella stessa stanza.

Quando si destano dal sonno, che cosa devono fare, prima che ritorni l’ora del lavoro, non essendo possibile lavorare sotto terra più di 8 ore nelle 24? Per essi non v’è luogo di svago, di riposo, di istruzione. Non c’é che la bettola, coi liquori e le donne di mala vita, venute anch’ esse dall’Italia. L’oste, che appartiene, o pretende appartenere, ai partiti sovversivi, si adopera con insistenza a promuovere il loro malcontento perché, quando ci son scioperi, le osterie si riempiono. È difficile misurare il rancore l’odio che si son venuti lentamente accumulando nel cuore di quegli operai. Certo è che quando arrivano, e mai non mancano, gli agenti dei partiti più estremi, trovano il terreno già mirabilmente apparecchiato a far germogliare il seme velenoso che gettan nel loro animo.»

Spettacolo di pietà profonda, che si ripete pur troppo sotto tutte le latitudini, dovunque un gruppo di lavoratori italiani si spinga alla conquista di un nuovo campo di operosità.