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italiani all’estero 7

glierebbero forse udendo che New York, per esempio, contiene più italiani che Venezia; Buenos Ayres più che Firenze o Bologna; Marsiglia più che Alessandria o Pisa: Tunisi più che Cuneo o Girgenti.

Quali le cause, si domandano gli studiosi, di questo progressivo, spontaneo versarsi della popolazione italiana all’estero? Quali le conseguenze immediate e remote sulla vita interna del paese? E sopratutto, è un bene o un male questa crescente sottrazione di energie vive muoventi a fecondare terre non nostre?

A quest’ultima questione, intorno la quale si esercita da tempo la virtuosità matematica dei nostri economisti, credo abbia risposto meglio di ognuno Luigi Bodio, dimostrando il carattere fatale e necessario del fenomeno, nelle condizioni attuali della ricchezza, del lavoro, del risparmio nel giovane Regno.

È facile dire: Perchè non provvedono le classi agiate, perchè non provvede magari il Governo a trattenere in patria tutta questa gente, occupandola nell’agricoltura, nell’industria, nelle opere pubbliche? Perchè non si favorisce la colonizzazione dell’Italia irredenta che sta entro i confini del Regno? Certo è impresa di grande interesse nazionale il porre a frutto le terre incolte; ma la questione non è da trattarsi sotto l’aspetto d’un rimedio all’emigrazione; dacchè fu già data in più occasioni la dimostrazione che di terreni incolti suscettibili di coltura ce n’è soltanto per 1 milione di Ea.; e, supposto di occupare su questa superficie un numero di lavoratori nella proporzione in cui si trovano i contadini nella bonifica d’Ostia, ci sarebbe da collocare, col tempo, 280 mila coloni; l’emigrazione netta di un anno, al più.

Dar lavoro vuol dire aver danaro da spendere, ossia aver capitali disponibili. Ma, a un dato momento, il capitale è quello che è, e non si può accrescere improvvisamente questo fattore indispensabile della produzione. E la nostra emigrazione è effetto appunto dello squilibrio esistente fra lo scarso capitale e l’offerta eccessiva della mano d’opera italiana. Noi siamo purtroppo lontani dai 70 miliardi di ricchezza nazionale che qualche fertile immaginazione aveva regalati all’Italia risorta appena dalle recenti crisi economiche.

Calcolandola a circa 65 miliardi il Nitti ha testè riconfermato di quanto la ricchezza media per abitante italiano