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ricchezza ai paesi circostanti ed agli altri beni. Ma si com fettamente come le classi operaie, a cui una combinazion aveva consentito di approfittare largamente della dischit eodimento e di benessere, fossero condotte a considerare permanente il fenomeno momentaneo e facessero ad ogni modo ogni sforzo per consolidarlo, opponendosi al normale funzionamento delle forze ten- denti a restaurare automaticamente |’equilibrio economico brus¢a- mente alterato. L’immigrazione gialla costituiva e costituisce la prin- cipale o almeno una delle pit visibili di tali forze. Logico e naturale si presenta quindi contro di essa l’insorgere concorde del mondo operaio.

Fin dal 1880 Paolo Leroy-Beaulieu, mettendo in guardia il pro- letariato bianco mondiale contro le delusioni che gli riserbava Vav- venire, ove si fosse avvezzato a un tenor di vita tale da diminuire di troppo le sue attitudini alla concorrenza, concludeva: « Prenez garde aux Asiatiques, ces rivaux qui ont pour idéal du bonheur vne écuelle de riz!» (1). Le classi operaie sembrano aver capita perfettamente l’importanza dell’avvertimento, ma per trarne con- clusioni un po’ meno auto-educative. Nel grave pericolo di cul gia apparivano i sintomi precursori, esse non videro che un incitamento ad orientare le forze della loro organizzazione verso misure difen- sive esclusionistiche. E fu da tale interesse di classe, qualunque apparissero i pretesti con cui veniva a volta a volta vestito, che sorse e trasse vitalita vigorosa il movimento anti-mongolico.

La recente deliberazione presa, a dir vero con molta mala vo- clia, dal congresso socialista di Stuttgart, e alla quale del resto stre- nuamente si opposero i rappresentanti delle leghe americane (2), nou basta infatti a redimere i partiti operai dalla responsabilita delle persecuzioni contro i gialli; ché di tale imputazione é troppo facile raccogliere dovunque ed in ogni tempo le prove.

In Australia già abbiam visto come l’esclusione della mano

d'opera di colore sia proceduta di conserva alla graduale conquista



  1. (1) Cfr. Hssaz sur la répartition des richesses, ed. 1*. Parigi, 1880, p. 475 e seg.
  2. (2) Il Gongresso votd, sebbene molto a malincuore, un ordine del giorno con- trario alle esclusioni per causa di nazionaliti e di razza, definendo tale politica come reazionaria e contraria ai principi della solidarieta proletaria. Cfr. Interna- tionaler Socialisticher Kongress, Stuttgart, 1907, Druchsache, n. 10, sect. IV. Tra i lavori preparatori a cui diede occasione questo dibattito, merita ricordo lo studio di Max Scurpren, “ Die fremden Arbeitskrifte und die Gesetzgebung der verschie- denen Lauder. Materialen fiir den Stuttgartner Internationalen Socialisten-Kongress , in Neue Zeit, supplemento al n. 41, anno XXV, vol. 2° (1907).