Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/61


- 61 -


soltanto meno impressionante finora, il movimento si delinea e si accentua di giorno in giorno. I braccianti testé sbarcati senza abilita speciali, senza aiuti, senza mezzi, ma con un indomita volontà di lottare e di salire, hanno già presi d’assalto i piccoli mestieri, i com- merci spiccioli, le minori imprese di sfruttamento agricolo.

E’ pacificamente ammesso dagli scrittori delle due razze che, pit degli incitamenti delle agenzie di emigrazione, piu della miseria che spesso soffrono in patria, agisce come forza determinatrice del- Vesodo asiatico l’attrattiva del successo che ha coronato, nella lon- tana terra straniera, l’operosita coraggiosa dei precedenti emigranti. E convien pur riconoscere che, se le fortune 4 aleuni speculatori, quali il celebre potatoe king, rimangon casi isolati, buone prospettive di pronto guadagno si aprono al lavoratore volonteroso ed intrapren- dente, stimolato dalla sincera aspirazione verso sorti e costumi migliori (1).

Né si creda che l’aspirazione ai miglioramenti sia una privativa dei giapponesi. Il libero lavoro cinese, scrive una competente inda- gatrice del problema, la professoressa Mary Roberts Coolidge, non rimane mai per lungo tempo a buon mercato. In California i cinesi ricevono oggi in media un salario doppio di quello del 1882 e cits piu delle classi simili di immigranti europei. Non soltanto sono org nizzati ancora meglio e pili completamente degli americani in unioni, ma possiedono una adatiabilita ad un’acutezza di vedute che hi abilita a distribuirsi rapidamente nei distretti e nelle occupazioni ¢ dove la concorrenza @ minore ed i salari piti elevati. Essi hanno abbandonato il lavoro agricolo e il mestiere di lavandaio, perché le mercedi vi eran troppo basse, benché i lavandai cinesi siano pagati il doppio di vent’anni fa. In fatto, dei 50 o 60 mila che rimangono in California, quasi tutti in origine giornalieri nullatenenti, la maggioranza @ ora di possessori indipendenti di piccole imprese o di impiegati in potenti cooperative. Alle Hawai, dove i cinesi sono preferiti a tutti nei lavori comuni, é generale la lagnanza che essi non rimangano braccianti, ma ae subito di realizzare dei « white men’s profits », dedican- dosi agli affari.

E’ pure un errore supporre che il cinese viva stentatamente di riso e non consumi carne. Egli, certo, sa molto bene proporzionare la propria spesa alla propria entrata, ma, per la sua industriosita, in-

telligenza e abilita, spesso @ fornito di danaro, e nessun uomo



  1. (1) Anche nel Canada i giapponesi si sono resi padroni di parecchie industrie, tra cui quella della pesca del salmone. Cfr. Ausert, Américains et Japonats, p. 237.