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Da simili autorevoli manifestazioni del pensiero governativo, avva- lorate dalla vittoria presidenziale di Taft, pud ragionevolmente aspet- tarsi che le misure anti-cinesi vengan, con opportuni temperament, spogliate del carattere irritante progressivamente rivestito, per ricon- durle alle finalita originarie di protezione del lavoro nazionale (1).

Ma il dissidio cosi, bene o male, composto, risorge intanto assai piu minaccioso e pit fiero per il farsi innanzi risoluto di un nuovo elemento, deciso a rivendicare con ogni mezzo i conculcati diritti e l’avvilita dignita della stirpe mongolica. Nuovi gialli, molto pit temibili, si affacciano da alcuni anni, con contegno ben diverso, alle porte. E il problema cinese perde ormai ogni importanza, di fronte all’ingigantire inquietante del pericolo giapponese.

IV


Non sono molti anni dacché le isole del Mikado hanno incominciato a dirigere il loro esodo verso l’opposta sponda del Pacifico, né tali emigranti vi han raggiunto ancora un numero veramente rilevante. Il censimento americano del 1900 segnalava viventi nel territorio federale non oltre 24.500 giapponesi. Le statistiche dell’immigrazione ne registrarono come sbarcati da quell’anno in poi (fino al 30 giu- gno 1807) altri 110.004. Detraendo i rimpatriati, che furon sempre numerosi, non deve andar lontano dal vero il calcolo dell’Aubert, che li fa ascendere a 80.000 circa, in tutti gli Stati Uniti (2). Forse 50.000 si trovan concentrati in California.

E’ interessante osservare che furon precisamente le misure ecce- zionali anti-mongoliche quelle che diedero l’impulso all’afflusso di questi nuovi stranieri. Di fronte alla concorrenza cinese, avvezza a un tenor di vita ancor pit’ modesto e dotata anche, a quanto pare, di una docilita e stabilita non comuni tra i giapponesi, questi ultimi

si trovan non di rado, costretti a ritrarsi. Ma Ia dove l’ostracismo



  1. (1) In tal senso si pronunzié pure la Conferenza nazionale per l'immigrazione convocata dalla National civic federation nel dicembre 1905 e composta dei rappre- sentanti ufficiali di tutti gli stati e territori. Pure mantenendo fermo il principio dell’esclusione per i lavoratori cinesi, |’ assemblea fece voti perché si adottassero provvedimenti efficaci per impedire che alle altre classi di immigranti si applicasse lo stesso divieto. Cfr. Haut, Immigration, pag. 390.
  2. (2) Cfr. Américains ef Japonais, pag. 143. Queste cifre sarebbero però, secondo l'opinione di molti, assai inferiori al numero reale dei giapponesi residenti in Ame- rica, la maggior parte dei quali, si dice, entro clandestinamente dal confine mes— sicano. Cfr. Report of the industrial commission, vol. XV, Washington, 1901, p. 755,