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tratti in arresto, per esser rilasciati poco dopo, in seguito a un pro- cesso che provo luminosamente la regolarita della loro condizione, ma che costo loro danni gravissimi, di cui non furon mai indenniz- Bani. (1)

L’odio di razza cvsi si manifestava nelle sue forme pit brutali; e di cid sopratutto si lagnava la Cina, che, pur acconciandosi alla sfratto dei suoi lavoratori, levava alte proteste contro le persecuzioni ingiustificabili di cui, in disprezzo dei trattati, venivan fatti segno tutti indistintamente i suoi nazionali.

Il boicottaggio delle merci americane, proclamato nel 1905, in seguito agli oltraggi umilianti subiti da alcuni signori cinesi recatisi per diporto all’esposizione di Saint-Louis, non fu che l’esplosione di questo risentimento. [1 10 maggio, in un comizio tenuto a Shangal, fu decisa entusiasticamente tale misura di rappresaglia. L’ordine fu trasmesso a tutti i porti dell’impero, e subito tutti 1 negozi che ven- devano merci americane furon messi all’indice, tutti i negozianti revo- carono le ordinazioni, tutti i facchini si rifiutarono di scaricar le navi americane. I giornali non pubblicavan piu inserzioni per conto di americani, gli attori in teatro predicavan la lotta contro il nemico, e, alla fin di maggio, a Canton il boicottaggio era generale e non faceva che crescere di intensitaé anche quando, nell’agosto, incomin- ciava a declinare nella Cina del nord. Il 20 luglio s’era perfin deciso di metter all’indice ogni cinese che intrattenesse relazioni con un americano. Si sperava che l’arrivo del segretario di stato Taft e di miss Roosevelt potesse aprir la via ad una conciliazione; ma tutti 1 manifesti e tutti gli sforzi del viceré non riuscirono che a difender la persona degli illustri ospiti. Non fu possibile trovare un facchino. Miss Roosevelt dovette restare al consolato, senza veder neppure la cittaé pavesata di manifesti pieni delle pit’ grossolane ingiurie contro di lei: Taft si recd ad un banchetto ufficiale e yi tenne un discorso agro-dolce, complimentoso e minaccioso insieme, imbarcandosi subito dopo salutato da fischi non mai prima uditi; gli americani del seguito che s’erano azzardati a girare per le vie eran stati tempestati di uova e di frutta fradice (2).

La dura lezione, che costd al commercio americ

lioni di lire (3), non rimase completamente senza effetto. Parlando alla



  1. (1) Cfr. J. W. Fosrer, “ The Chinese boycott , in Atlantic Monthly, gennaio 1906.
  2. (2) Cfr. R. Pinon, * L’évolution du boycottage, in Rerue des Deux Mondes, 1° maggio 1909.
  3. (3) Su questa cifra, proposta al Pinon, molto veramente ci sarebbe da dire, perché le variazioni che si osservano nelle statistiche commerciali di quel periodo