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nieri impiegati nei mestieri che quasi son divenuti loro monopolio, i primi ad approfittare sono i proletariati locali, assorti, come vedemmo, ad occupazioni più elevate e più proficue, ma godenti i vantaggi della produzione a buon prezzo di cui fornisce il mercato la
presenza d’un elemento estraneo, sfruttato, per chi ben guardi, a loro esclusivo profitto.
D’altro lato, se è profondamente doloroso per qualunque uomo di cuore lo spettacolo di degradazione fisica e morale a cui fa assistere la spietata crudeltà dello sweating system, l’impressione penosa risulta però sensibilmente attenuata, agli occhi di chiunque non tema di considerare, secondo il monito del Machiavelli, « la realtà effettuale delle cose anziché l’immaginazione d’esse », ove si rifletta che quei lavoratori, sottoposti ad un regime di lavoro e di vita cosi barbaro, subirebbero, se costretti a rimanere in patria, privazioni e sofferenze ancor maggiori, come prova il semplice fatto della preferenza ch’essi accordano a questa nuova, miserrima vita in paragone a quella che volontariamente si indussero ad abbandonare.
Un giudizio equanime sul triste fenomeno dello sfruttamento degli emigranti nei quartieri poveri di Londra, di New York o di Chicago non può formularsi facendo astrazione dalle condizioni dei paesi di partenza, dalle cause economiche, sociali e morali che spingono all’espatrio le popolazioni di Polonia, d’Ungheria, di Basilicata, di Calabria, dalle carestie che decimano periodicamente i distretti sovrapopolati della Cina, del Giappone o dell’India, dalla spaventosa miseria di talune regioni della Russia.
Il confronto si pone cosi necessariamente, non tra uno stato di libertà e di relativo benessere ed una condizione di vera schiavitù, ma tra due forme equivalenti di miseria e di oppressione, la scelta tra le quali non può evidentemente spettare che ai direttamente interessati, i quali sono soli in grado di valutare se le prospettive di miglioramento che loro offre la temporanea mutazione di sede compensino i dolori e i sacrifici maggiori a cui eventualmente si espongono lontani dalla patria.
Soltanto un sentimentalismo morboso e perniciosamente inconcludente può appagarsi della soluzione semplicistica che consiste nell’allontanare dai sensibili occhi delle più civili metropoli lo spettacolo affliggente di tante miserie, senza curarsi di sapere se la sommaria misura risanatrice non avrà ripercussioni assai più gravi sulle sorti presenti e future degli stessi beneficati. Lo studioso invece che voglia tener conto imparziale dei diversi elementi di giudizio deve concludere che, in questo caso, il vantaggio recato ai proletariati locali dal diminuito costo di parecchi consumi essenziali si concilia col miglior