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resistenza già formate (1). Passando poi dalla teoria alla pratica, la società Umanitaria di Milano poneva tale norma a base del consorzio creato per l’assistenza del nostro esodo temporaneo.
I risultati dell’iniziativa non furon, per dir il vero, brillantissimi, per quanto, specialmente in Svizzera, molti italiani abbian aderito ai sindacati indigeni o si sian formati in sezioni autonome alle loro dipendenze (2); e lo deplorava di recente l’on. Quaglino rimproverando ai nostri di non conoscere a Sufficienza il loro dovere (3). Anche una cosi scarsa partecipazione tuttavia ha potuto già dar luogo a fenomeni veramente significativi e tali da metter in evidenza, pure pei profani, la contraddizione organica che si cela nel metodo consigliato. Da alcun tempo vediamo infatti che le masse italiane, militarizzate sotto la ferula degli agitatori indigeni, partecipano attivamente perfino agli scioperi che hanno per scopo dichiarato l’esclusione degli stranieri! A Losanna, nel 1904, i muratori scioperanti, italiani per i 4/5, chiedevan tra le altre cose che ai nativi si desse una costante preferenza; a Berna, lo sciopero dell’ottobre 1902 fu sollevato, al principio dell’inverno, quasi senza ragione, dagli indigeni, a cui si unirono subito anche gli italiani, nel solo intento di costringer questi ultimi ad abbandonare la città, piuttosto che restarvi disoccupati, lasciando i primi padroni assoluti della piazza. A conflitto finito poi son sempre gli italiani che ne pagan le spese, sotto forma di antipatie nel pubblico, di sfratti arbitrari o di vessazioni poli- ziesche (4).
Il viaggio di Samuele Gompers, splendido saggio di impudenza yankee, fu il più recente episodio della incredibile propaganda a cui tanto volonterosamente si prestano i condottieri del nostro movimento operaio.
Poco sperando di veder attuati m breve termine, per opera del governo federale, nuovi inasprimenti delle misure protettrici, questo presidente della Federazione americana del lavoro, ben noto per
- ↑ (1) Cfr. Tosrr, “I lavoratori italiani e le Trade Unions , in Gli italiani negli Stati Uniti d’ America (Monografia presentata all’Esposizione di Milano del 1906). New York, It.-American Directory, 1906, pag. 79 e segg. Sembra del resto che sia questa l'idea dominante del Tosti che, chiamato a riferire nel 1908 sulle condizioni del suo distretto, limita il suo rapporto (di 4 paginette) a un inno entusiastico alle virtù educative delle unioni. Cfr. “ La colonia italiana a Boston , in Emigrazione e colonie, vol. III, parte 3°, -pag. 163 e segg.
- ↑ (2) Cfr. DE MICHELIS, L’emigrazione italiana in Svizzera, citato, pag 63 e segg.
- ↑ (3) Al Convegno internazionale per l’organizzazione degli emigranti, tenuto in Milano nel dicembre 1909. Cfr. Stampa, 17 dicembre 1909.
- ↑ (4) Cfr. DE MICHELIS, Gli italiani in Svizzera, citato, passim.